Una ventennale e suggestiva storia al femminile. Il laboratorio tessile intitolato al professore ‘magnate’ Giovanni Andrea Cannas, nasce come cooperativa nel 1997, trasformata in società nel 2005 dalle dieci socie fondatrici.
Ora le abili artigiane sono tre, tutte di Aggius, e lavorano negli ampi locali dell’ex centro pilota I.S.O.L.A. (Istituto Sardo organizzazione Lavoro Artigiano).
Muovono le loro abili mani su telai orizzontali, circondate da una collezione variopinta di tappeti. Tramano filati di cotone e lana sarda, con i tipici motivi a date, fasce con elementi geometrici ognuno con nome specifico e valore simbolico.
La produzione comprende arazzi, tappeti, bisacce e complementi d’arredo, testimonianze eccelse della tessitura tradizionale, arricchita da recenti rielaborazioni, “lavorate in gran parte con tecniche di tessitura all’antiga – spiega signora Tomasina, una delle tre donne che lavorano da oltre vent’anni nel laboratorio tessile – un tipo di tessitura compatta con effetto di trama, costituita da strisce alternate con colorazioni diverse, soprattutto rosso, nero, giallo, viola. Oppure con tecnica ‘a sopra riccio’ – precisa - quella che in sardo è conosciuta come a pibiones, tessitura con effetti a rilievo, o ancora a tela”.
Simbolo dell’artigianato tessile sardo è il tappeto: “Tutti i disegni tradizionali hanno un loro nome, così come ogni tappeto ha un suo nome distintivo, uno diverso dall’altro”.
Anche il premio per il ‘fortunato’ viaggiatore del secondo appuntamento di ‘My favourite artisan award’, iniziativa di Geasar col sostegno dell’Assessorato regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, è un tappeto in lana di pecora sarda, con ordito in cotone. Si chiama Bidduteddu: sullo sfondo rosa, si intrecciano tutti i colori.
Al centro i pavoni, uno dei disegni più comuni della tradizione tessile isolana. “Le caratteristiche di base sono quelle di tutti i nostri manufatti, però seppure i materiali, le tecniche, i colori, gli stilemi si ripetono, i nostri sono tutti ‘pezzi’ assolutamente unici”. Delle tre socie, Tomasina e un’altra hanno affinato le loro capacità nell’ex centro dell’ I.S.O.L.A., la terza ha imparato in famiglia. A proposito di eredità, eccola ragione della denominazione di laboratorio e azienda: “È un omaggio a professor Giovanni Andrea Cannas, che volle investire nell’ arte della tessitura: sua madre aprì la prima scuola di tessitura ad Aggius e lui, in continuità familiare, aprì il primo centro dove si formarono tante nostre compaesane,dando grande impulso alla manifattura tessile locale”. Oggi i locali di quel centro ospitano il Meoc, museo etnografico di Aggius, incantevole borgo incorniciato da monti granitici, insignito della bandiera Arancione del Touring club italiano, paese nel ‘cuore’ dell’alta Gallura, quella più intima e profonda, celebre anche per una produzione tessile con carattere esclusivo nel panorama isolano.
Tenere in vita la tradizione tessile è “fatica, sacrificio e grande orgoglio e immensa soddisfazione: siamo fiere del nostro mestiere e simo fiere rappresentare, a nostro modo, la Sardegna, nel caso del premio nei confronti dei visitatori dell’Isola”.
I manufatti del laboratorio Cannas sono esposti in entrambi i corner Isola aeroportuali, istituiti dall’ Assessorato del Turismo in collaborazione rispettivamente con Sogaer e Geasar, a Cagliari-Elmas e a Olbia Costa Smeralda. “Si tratta di vetrine fondamentali per noi – aggiunge Tomasina - che ci aiuta a farci conoscere, esattamente come quella virtuale del portale sardegnaartigianato.com, un’iniziativa molto apprezzata da noi artigiani artistici”.
Così come sono molto apprezzate e ammirate le opere del laboratorio ‘Cannas’: “Abbiamo tanti riscontri in questo senso, i nostri ospiti-clienti sono attratti e interessati dall’arte, dalle tecniche, dalla lavorazione a mano, vogliono conoscere, approfondire, andare al di là dell’acquisto,riceviamo tantissimi curiosi visitatori oltre che potenziali clienti”.
L’arte tessile è viva.