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Kara Sardegna

Essere artisti del ferro battuto nel borgo della tessitura al telaio. I fratelli Alessio e Antonello Vilia sono custodi di tradizioni della lavorazione dei metalli, ereditate da generazioni, a Sarule, paese celebre per sa burra, antico e bellissimo tappeto tipico di Sarule, alla cui suggestione contribuirono i disegni di Eugenio Tavolara.

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"La nostra azienda è giovane (nata nel 2009) ma ha alle spalle una lunga vicenda familiare”, a parlare è il più giovane dei fratelli, Antonello, 33 anni, sei meno di Alessio.


Una storia che unisce due famiglie e due paesi di radicate tradizioni artigiane: “Nostro padre è di Sarule – raccontano i fondatori di AVMetal – dagli anni Ottanta ha iniziato a lavorare i metalli in bottega, mentre nostra madre viene da una famiglia di Orani, suo padre e ben quattro dei suoi otto fratelli erano fabbri”.


Quasi inevitabile il percorso dei due Vilia: “Sin da adolescenti siamo stati attratti irresistibilmente dal profumo del ferro battuto, abbiamo iniziato a collaborare nella bottega paterna, da lì è nata la passione e si sono sviluppate le capacità tecniche”.

Tante condizioni sono cambiate da allora. “Nostro padre ha necessariamente ‘piegato’ la sua produzione al mercato, dedicandosi a cancelli, infissi, ringhiere, ecc.”.

I figli hanno deciso per un cambio di strategia produttiva e di marketing: “Abbiamo cercato di riposizionarci nel mercato attraverso nuovi manufatti, valorizzando la nostra vena artistica, specie nei complementi d’arredo”.

Cosa significa condividere l’attività tra fratelli? “Abbiamo dato vita a un connubio perfetto, ci completiamo e abbiamo affrontato insieme le sfide del mercato in questi anni. Anche idee diverse e discussioni sono state costruttive e utili a migliorare”.

Il nome dell’azienda riassume identità personale e professionale. Un’impresa attenta al recupero della tradizione e protesa verso innovazione e design. “I nostri cardini sono evoluzione e costante miglioramento affermano siamo sempre alla ricerca di opportunità di crescita: abbiamo intessuto collaborazioni con architetti e designer, siamo sempre aperti a nuovi progetti, partecipiamo costantemente a manifestazioni, festival e fiere di settore " (i Vilia saranno presenti nelle prossime settimane sia alla 51esima edizione di Tessingiu a Samugheo che alla 57esima Fiera dell’artigianato artistico di Mogoro).

"E poi siamo attivi con campagne social e sull’e-commerce”.

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Un’iperattività da azienda dinamica che si sta guadagnando sempre maggiore spazio: partecipazioni a concorsi con successi e premi portati a casa, sia in Sardegna (a Golfo Aranci) e nella Penisola (a Vittorio Veneto), pubblicazioni in riviste specializzate (per esempio nell’‘Arte fabbrile’), forniture per vari hotel e negozi a Cagliari. “La realtà paesana è minuscola – spiegano i due fratelli –, così come il mondo dell’artigianato artistico sardo è piccolo, inutile arroccarsi nel proprio laboratorio o autocelebrarsi, collaborare e unirsi sono l’unica via per crescere”.

Le produzioni di Alessio e Antonello sono realizzate con processi che combinano tecniche tradizionali (forgiatura, brunitura e incisione)e moderne procedure, eseguite su vari metalli, ferro plasmato a caldo riscaldato dalla forgia e modellato a mano, acciaio inox, rame e ottone che vengono assemblati e decorati. “Il nostro catalogo comprende 400 articoli, pezzi resi unici dalla lavorazione manuale di foggiatura e decorazioni. Ovviamente riproduciamo alcuni oggetti – precisano – ma nessun manufatto è completamente uguale a un altro. Oltre agli oggetti artistici, realizziamo cancellate, serramenti, elementi architettonici per impreziosire ambienti interni ed esterni”.

Una linea di prodotti artistici è spirata all’arte tessile di Sarule: “Per realizzare la ‘tessitura nel metallo’, abbiamo fatto studi, ricerche, tavoli tecnici con le tessitrici, del resto viviamo in un borgo legato alla produzione dei tappeti, anche se purtroppo il patrimonio del lavoro al telaio si sta disperdendo”.

Un’altra linea di manufatti è quella agropastorale, emblema è sa orthiche de tundere, la forbice che il pastore usava per tosare le pecore. Nell’area commerciale dell’aeroporto, i due giovani artigiani, protagonisti di My favourite artisan lab, sono partiti proprio dalle forbici per riproporre e rappresentare come lavorava un tempo un fabbro in bottega.


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“Abbiamo portato a Olbia tanti oggettiaggiungono - abbiamo mostrato le varie fasi della lavorazione, dal pezzo di ferro al prodotto finito”.

Avete partecipato al terzo appuntamento del’iniziativa ideata e organizzata dalla Geasar e sostenuta dall’Assessorato regionale del Turismo, Artigianato e Commercio per la promozione degli artigiani iscritti a www.sardegnaartigianato.com, la vetrina virtuale dell’artigianato artistico (“noi siamo iscritti sin dal principio” ci tengono a precisare i Vilia), il primo con accompagnamento musicale (di Beppe Dettori): “Dall’unione del suono del martello sull’incudine e delle note musicali è nato qualcosa di interessante – scherza Antonello – siamo sempre pronti alle sperimentazioni…

....abbiamo trovato un pubblico curioso, partecipe e numeroso, dato che siamo quasi all’apice del traffico estivo per le vacanze: non è la prima volta che ci esibiamo in pubblico, mai davanti a uno così ampio e di tutto il mondo. Ogni possibilità di esprimere il nostro saper fare è da cogliere, specie in con testi così importanti”.

Possibilità di farsi conoscere, come quella offerta dai corner aeroportuali: “Tanti hanno notato i nostri manufatti a Cagliari e a Olbia e ci hanno fatto visita in bottega, non solo per acquistare, anche per vederci all’ opera: una grande soddisfazione e un’ottima iniziativa, che ci ha procurato clienti e vendite in costante crescita da tutto il mondo, specie Germania e Svizzera. Così come era stato efficace il bando per arredare con manufatti sardi gli hotel. Abbiamo sempre creduto nelle iniziative messe in campo dalla Regione” ...ci tengono a puntualizzare i Vilia.

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