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Kara Sardegna

“Vivo n Sardegna da quasi 40 anni, ho scoperto un paradiso terrestre, dove si vivei n armonia con la natura, una natura incantata e capace di rigenerare, accompagnata da vivacità solare e accoglienza sorprendente, aspetti che si fondono in una cultura che attraversa il tempo”.

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A parlare è un veneto di nascita (nel 1959), instancabile viaggiatore e narratore di mille storie, sardo d’adozione dall’estate 1980.


Graziano Viale, artista a tutto tondo, produttore di maschere in cuoio che evocano suggestioni identitarie, si è stabilito da 25 anni a Cabras, luogo simbolo dell’Isola. Il suo laboratorio artigiano è vicino a Tharros,a proposito di culle di civiltà. “Seppure i geni veneti non scompariranno mai,qui sono di casa, la gente mi conosce come cabrarese, forse perché sono entrato in punta di piedi. Occorre capire bene dove si poggiano i piedi: è un discorso profondo che differenzia i viaggiatori che portano appresso un bagaglio di cultura dai turisti che ‘occupano’ indiscriminatamente il territorio che li ospita”.

Graziano in Veneto ero odontotecnico e avviato a diventare veterinario, “ma sin da ragazzino – racconta - sentivo forte la passione per il teatro, avevo una spiccata capacità interpretativa e l’arte in cuore e mente”.

A vent’anni una vacanza in Sardegna gli ha cambiato la vita: “Ero destinato alla laurea in veterinaria e mi ritrovai in un altro mondo con una nuova energia”.

Inizi da artista giramondo: “Nei primi tempi, per coltivare la dimensione artistica, dipingevo miniature - descrive la sua storia - Intanto recitavo in compagnie amatoriali: la combinazione di passione teatrale e capacità manuale ha portato alla creazione di maschere, iniziando dal Carnevale di Venezia”.

In origine lavori occasionali, poi vere collaborazioni con teatri italiani, francesi, tedeschi, persino maltesi. “Sono partito col propormi alle compagnie e ho finito per essere invitato ai più celebri festival teatrali. Dall’ ingresso nei circuiti teatrali sono nate forniture, consolidate nel tempo, delle maschere della cultura mediterranea".

Seppure dal 2000 ha smesso i panni di girovago (“beh, ho tre figli”), le sue opere sono usate negli spettacoli di tutta Europa. Oggi, inoltre, collabora in progetti di teatro classico e d’avanguardia, oltre a partecipare alle più importanti fiere di settore, tra cui quelle regionali, Tessingiu di Samugheo e Mostra dell’artigianato artistico della Sardegna a Mogoro, tuttora in corso. “All’attività manifatturiera associo mostre e laboratori di insegnamento, quasi sempre conclusi da uno spettacolo legato a interpretazione di realtà contemporanee”.

Dal cuoio modellato dalle sue mani traspare l’indagine sull’identità dei popoli,nascono volti evocativi, dal potere simbolico. “Sono maschere anatomiche, ‘leggere’, usate nel teatro e nella danza”,

...spiega Graziano, finemente realizzate – aggiungiamo noi - per essere indossate dai visi degli attori o come oggetto decorativo dalla valenza scenografica. Parte da uno studio preliminare realizzato in argilla da cui deriva il modello in legno o in resina su cui modella la pelle. I modelli seguono quattro filoni tematici: commedia dell’arte, maschere fenicio-puniche (in onore a Tharros), maschere tradizionali sarde, teatro greco e latino. “Le vendo anche nei negozi di Venezia, l’apprezzamento è universale, un grande spot per la Sardegna. Per le maschere ‘sarde’ – aggiunge - prendo spunto dalle viseras in legno, con sommo rispetto della tradizione, perciò sono opere apprezzate dai‘veri’ intagliatori di maschere in legno”.

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E poi ci sono sperimentazioni e novità: “Ogni anno, anche ascoltando suggerimenti, invento qualcosa: di recente ho prodotto le maschere dei Giganti di Mont’e Pama”.

In occasione del quinto atto di My Favourite Artisan Award, nell’aeroporto di Olbia Costa Smeralda, al 400 millesimo passeggero del mercato austriaco, l’artista di Cabras ha consegnato in dono tre maschere: due de su boe (una nera e una colorata), e un cherbu, il ‘cervo’con eleganti corna, entrambe elaborazioni fantastiche del carnevale di Ottana.

Il regalo è incorniciato e appoggiato su una base in cuoio patinato rosso e dorato. Accanto, nella composizione, un ciuffetto di lana e i campanacci, “per aggiungere un tocco autentico e identitario”.

Altre maschere ‘animalesche’ della collezione sono la volpe e il gheppio, mentre in onore ai carnevali, compaiono quelle de sa Sartiglia e su Mamuthone. Sulla validità dell’iniziativa My Favourite Artisan, attivata da Geasar e sostenuta dall’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, Graziano non ha dubbi, così come, in generale, sull’attività promozionale della vetrina virtuale dell’artigianato artistico (www.sardegnaartigianato.com), cui è iscritto dal 2015: “Ben vengano simili forme di promozione – afferma -, rappresentano un aiuto consistente per la nostra categoria, generano visibilità, apprezzamento,vendite. Perché, bene l’aspetto romantico dell’arte ma bisogna pur viverci…”.

Con un monito: “Alla base deve esserci il concetto di manufatto artistico,interamente lavorato a mano, perciò occorre un’adeguata selezione degli iscritti”.

Le maschere di Viale sono in vetrina anche nei corner Isola aeroportuali di Cagliari e Olbia: “Altra ottima iniziativa, che restituisce gradimento e potenziali clienti”.

E provoca a volte soddisfazioni, quelle vere: “Una coppia di sardi emigrati a Vicenza, nella mia terra ma con percorso inverso, mi ha cercato per ringraziarmi sentitamente dopo aver acquisto nel corner due maschere, un boe e un mamuthone: erano felici di accogliere a casa loro un ‘pezzo’ di Sardegna”.

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