Le radici ben salde nel passato e lo sguardo rivolto al futuro, alla conservazione e divulgazione dell’arte del ricamo e del cucito. Le sorelle Garau di Decimomannu, Paola (59 anni) e Daniela (53), non solo portano avanti la tradizione manifatturiera familiare, ma sono impegnate a innovarla e creare le premesse perché non si disperda.
Nel 2005 hanno dato vita all’Isola del ricamo, punto d’approdo di una vicenda con origini lontane: “Sin da bambine – racconta Paola - abbiamo preso dimestichezza con ago, filo e uncinetto, manualità apprese da nonna e mamma. Al determinante influsso familiare – prosegue - è subentrata la fase da hobbyste. Non era ancora una vera attività, ma la passione per il ricamo cresceva sempre più”.
Inclinazione naturale e abilità appresa in famiglia sono state affinate dai corsi professionali: “Abbiamo migliorato le tecniche e ne abbiamo apprese di nuove – prosegue nel racconto la sorella maggiore – a seguire i corsi eravamo un gruppo di amiche, che poi si riuniva a casa nostra per testare l’apprendimento e ‘creare’: è nata così l’idea di un’associazione culturale”.
Ricamo e cucito gli elementi trainanti, ma non gli unici: “Ad essi abbiamo aggiunto la cucina tradizionale, cosicché anche quel patrimonio non si disperdesse”.
L’associazione è cresciuta e ha intrapreso collaborazioni con professionisti sardi, nonché scambi con altre regioni: “Abbiamo contatti con designer, sarti, cuochi: il nostro ‘gruppo’ è stata una ‘palestra’ fondamentale, di apprendimento e confronto, cui hanno contribuito tante donne anziane che ci hanno trasferito i ‘saperi’ antichi. Alla stessa maniera – afferma con convinzione Paola Garau – noi intendiamo trasmettere la nostra arte alle più giovani, infatti la divulghiamo in corsi di insegnamento e i riscontri sono sorprendenti: diffondiamo l’arte in tutto in Campidano e nel Nuorese, desideriamo che le conoscenze restino vive a lungo”.
L’associazione è stata base di avvio dell’Isola del ricamo,“un unicum a Decimomannu”, importante centro a venti chilometri da Cagliari, dove l’artigianato artistico rischi al’estinzione. Oggi è vivo grazie alla produzione dei manufatti delle sorelle Garau: “Dopo alcune indagini di mercato, è nata la ditta individuale, a mio nome – spiega Paola – Lavoriamo in casa e a supporto mio e di Daniela ci sono alcune dipendenti. A breve – annuncia – ci trasferiremo in un laboratorio più grande”.
La produzione è prevalentemente a mano, in parte a macchina: “Ma i nostri sono tutti ‘pezzi unici’, dagli abiti tradizionali agli arredi per la casa”.
Altra rilevante caratteristica è l’innovazione: “Siamo alla continua ricerca di tecniche, materiali e disegni per ampliare la collezione con nuovi stili oppure reinterpretando antichi manufatti”.
L’Isola del ricamo realizza con maestria e passione raffinati oggetti per arredare la casa: asciugamani, tende, tovaglie, cuscini. E poi ci sono paramenti sacri, ricami e pizzi con fili metallici e pietre preziose e abiti tradizionali: “In occasione dei grandi eventi identitari ci arrivano richieste da tutti i paesi della Sardegna” dice con orgoglio Paola.
Nel laboratorio si eseguono a mano i ricami più sofisticati, su lino, cotone e tutti i tipi di seta, nonché tutti i punti di ricamo classici,di sfilatura, rifiniture con orli e la lavorazione delle trine a nodi e ad ago e fuselli. I manufatti più richiesti? “Corredo da sposa, sicuramente, poi tovaglie, tende, copriletti e paramenti per le chiese”
Abilità manuale e creatività, molteplici tecniche, preziose collezioni. Le sorelle Garau ne hanno dato prova anche all’aeroporto Olbia Costa Smerlada, in occasione del settimo e ultimo appuntamento di My Favourite Artisan Lab, dove hanno portano “un assaggio di tutto”, spiega Paola con gergo da cucina (altra eccellenza della famiglia Garau).
E aggiunge: “Abbiamo mostrato le fasi della lavorazione di più manufatti”.
Ad accompagnarle, oltre alle note e alla voce del cantante Pago - anche l’assessore alle politiche sociali di Decimomannu, per l’occasione in abito tradizionale del paese. “Spesso ci siamo esibite in pubblico, specie durante le fiere all’estero, incuriosendo tante persone che affollavano gli stand. A Olbia, però, è stata un’occasione speciale, di fronte a viaggiatori di ogni parte del mondo: ci siamo sentiamo di rappresentare l’identità dell’Isola attraverso uno degli aspetti più intimi e profondi del suo patrimonio artigiano, nell’ ambito di un’iniziativa di valorizzazione dell’artigianato molto ben riuscita”.
A proposito di fiere, l’Isola del ricamo ogni anno ha un suo spazio espositivo ai due principali appuntamenti regionali, a Mogoro e Samugheo. Così come è ben presente su social e web, con un proprio sito (www.isoladelricamo.com) e su www.sardegnaartigianato.com, portale ufficiale dell’artigianato artistico della Regione Sardegna: “Siamo iscritte sin dall’avvio del progetto: è un’ottima vetrina, che ha diffuso la nostra immagine e da cui ci arrivano molte richieste. Per migliorarla ulteriormente bisognerebbe distinguere tra manualità e design, fare due promozioni distinte”.
Gli applausi vanno anche a un’altra iniziativa regionale, le boutique aeroportuali. Proprio da qui arrivano i favorevoli riscontri dei clienti che hanno portato alla selezione dell’Isola del ricamo a esibirsi nel ‘lab’ di Olbia: “I negozi Isola nei due aeroporti (Cagliari e Olbia) sono uno straordinario biglietto da visita, generano contatti, vendite e straordinaria pubblicità in tutto il mondo: di recente abbiamo ricevuto una richiesta da un’industria di camice inglese”.
L’arte si consolida e gli orizzonti si ampliano.